Arcano XX -Il Giudizio-

Aprire squarci di mondo dalle pietre
è un’arte sacra all’acqua che scorre
abissale, stillando crepe goccia a
goccia fino all’esplosione del karma.

Chi nuota in mezzo sono soltanto nuvole
incuranti della notte eterna senza luna:
il buio esiste solo se lo vogliono gli angeli
e loro, si sa, amano l’oro azzurro di Dio.

Se tu ora fossi un angelo parleresti?
O si scordano forse aldilà parole
troppo umane e l’alfabeto poi non è
molto di più di un battito d’ali? In-
decifrabile a chi resta a terra è l’assenza
ricerca perenne di simboli, pura essenza.

Fenissa Holden©

Dipinto: Enrico Nicoli

Per sempre

Verdeggiano lievi le foglie
al vento che nutre l’oblio,
scompiglia le chiome:
tu le accarezzavi
ridendo…

Ricordi?

La natura racconta di te, assenza
presente in un mondo – il mio –
fatto di oggetti a forma di stella:
luminosi e distanti dalla realtà
degli altri che sanno…

Vivere.

Io no. Io sogno. Io noi.
Eravamo. Sono? E poi?
Sibilla stanca di predire
farfuglio parole vane e
le disperdo in ascolto…

Di te.

Rimbombano cavi i tronchi.
Tra loro è il tuo cuore
che batte, lo sento, che batte.
Ovunque. Per sempre.

In me.

Fenissa Holden©

Illustrazione: Evelyn Paul

Love song for a vampire

Come into these arms again
And lay your body down
The rhythm of this trembling heart
Is beating like a drum

It beats for you – It bleeds for you
It knows not how it sounds
For it is the drum of drums
It is the song of songs…

Once I had the rarest rose
That ever deigned to bloom.
Cruel winter chilled the bud
And stole my flower too soon.

Oh loneliness – oh hopelessness
To search the ends of time
For there is in all the world
No greater love than mine.

Love, oh love, oh love…
Still falls the rain… (still falls the rain)
Love, oh love, oh, love…
Still falls the night…
Love, oh love, oh love…
Be mine forever…. (be mine forever)
Love, oh love, oh love….

Let me be the only one
To keep you from the cold
Now the floor of heaven’s lain
With stars of brightest gold

They shine for you – they shine for you
They burn for all to see
Come into these arms again
And set this spirit free

Rinascimento privato

Stanza degli orologi
anno 1533

Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità. Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri. Se alzo il capo li vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un’immagine. Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere. Che cosa è il tempo e perché deve considerarsi passato? Fino a quando viviamo esiste un solo tempo, il presente. Una forza struggente mi prende alle viscere: costruttiva o devastatrice non mi è dato di sapere; è senza regola, almeno apparente.

Maria Bellonci

rinascimento privato

Merit e Kha

Negli occhi profondi di Merit
precipita il tempo di sabbia
l’abisso rigurgita solo Eternità.

Dov’è ora colui – Kha – cui lasciasti l’estremo bacio nuziale?

Io non lo so, eppur mi chiedo se
nelle viscere calde di ogni sonno d’amante
palpitino ancora
lingue intrecciate al ritmo
ossessivo
delle nostre maledizioni,
dei nostri selfie
dei nostri flash.

Merit - Fotografia scattata da me il 5 giugno 2015 presso il Museo Egizio di Torino.

Merit – Fotografia scattata da me il 5 giugno 2015 presso il Museo Egizio di Torino.

¿Serás, amor

Immagine

¿Serás, amor

¿Serás, amor
un largo adiós que no se acaba?
Vivir, desde el principio, es separarse.
En el mismo encuentro
con la luz, con los labios,
el corazón percibe la congoja
de tener que estar ciego y sólo un día.
Amor es el retraso milagroso
de su término mismo:
es prolongar el hecho mágico
de que uno y uno sean dos, en contra
de la primer condena de la vida.
Con los besos,
con la pena y el pecho se conquistan,
en afanosas lides, entre gozos
parecidos a juegos,
días, tierras, espacios fabulosos,
a la gran disyunción que está esperando,
hermana de la muerte o muerte misma.
Cada beso perfecto aparta el tiempo,
le echa hacia atrás, ensancha el mundo breve
donde puede besarse todavía.
Ni en el lugar, ni en el hallazgo
tiene el amor su cima:
es en la resistencia a separarse
en donde se le siente,
desnudo altísimo, temblando.
Y la separación no es el momento
cuando brazos, o voces,
se despiden con señas materiales.
Es de antes, de después.
Si se estrechan las manos, si se abraza,
nunca es para apartarse,
es porque el alma ciegamente siente
que la forma posible de estar juntos
es una despedida larga, clara
y que lo más seguro es el adiós.

Pedro Salinas, ¿Serás, amor

Fotografia di Adriana Lestido, La Salsera